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ASCULUM ROMANA
Ascoli Piceno (Asculum) entra in contatto con Roma in ragione dei commerci che avvenivano lungo il percorso di quella che sarebbe poi diventata la via consolare Salaria, già prima del trattato di alleanza tra Roma ed i Picenti stipulato nel 299 a.C.. Questa importantissima via, che collegava il versante tirrenico con quello adriatico, aveva per i Romani grande rilevanza strategica e militare. Dopo la vittoria dei Romani (89 a.C.) e il sacco della città, Ascoli rinasce e sotto l’imperatore Augusto si arricchisce di ville, templi, teatri, terme, strade, ponti e fortificazioni.
Teatri
Il teatro romano fu riportato alla luce tra il 1932 e il 1959 ed è ancora oggi oggetto di scavo. I resti dell’anfiteatro romano si trovano invece sotto l’attuale piazza S. Tommaso. Le strutture divennero, nel tempo, cava di materiali per la costruzione delle mura, delle case e per la produzione di calce.
Il teatro romano fu riportato alla luce tra il 1932 e il 1959 ed è ancora oggi oggetto di scavo. I resti dell’anfiteatro romano si trovano invece sotto l’attuale piazza S. Tommaso. Le strutture divennero, nel tempo, cava di materiali per la costruzione delle mura, delle case e per la produzione di calce.
Porte e fortificazioni
La porta Gemina, con resti di mura in opus reticulatum, è stata rinvenuta nel 1824 dopo lo smantellamento della chiesa romanica di S. Leonardo, resosi necessario per migliorare la viabilità all’uscita della città.
La porta Gemina, con resti di mura in opus reticulatum, è stata rinvenuta nel 1824 dopo lo smantellamento della chiesa romanica di S. Leonardo, resosi necessario per migliorare la viabilità all’uscita della città.
I ponti
Ancora oggi si possono ammirare alcuni ponti costruiti dai romani, con la loro proverbiale abilità, per superare il fiume Tronto ed i suoi affluenti.
II ponte romano sul torrente Castellano, fatto saltare nel 1944, fu ricostruito nel 1971 con il materiale originario. E’ detto di Cecco per una leggenda che lo vuole costruito in una sola notte con l’aiuto del diavolo dal celebre letterato e astrologo Cecco d’Ascoli
Il ponte augusteo (sec. 1 a.C.) sul fiume Tronto è uno dei più grandi ponti romani per ampiezza di luce (oltre 22 metri). E’ percorribile all’interno dopo i lavori di restauro condotti negli anni ’30
Ancora oggi si possono ammirare alcuni ponti costruiti dai romani, con la loro proverbiale abilità, per superare il fiume Tronto ed i suoi affluenti.
II ponte romano sul torrente Castellano, fatto saltare nel 1944, fu ricostruito nel 1971 con il materiale originario. E’ detto di Cecco per una leggenda che lo vuole costruito in una sola notte con l’aiuto del diavolo dal celebre letterato e astrologo Cecco d’Ascoli
Il ponte augusteo (sec. 1 a.C.) sul fiume Tronto è uno dei più grandi ponti romani per ampiezza di luce (oltre 22 metri). E’ percorribile all’interno dopo i lavori di restauro condotti negli anni ’30
I templi
In città restano due templi pagani, poi trasformati nelle chiese di S. Gregorio Magno e di S. Venanzio. S. Gregorio Magno era un tempio forse dedicato a Iside e conserva due colonne corinzie sulla facciata (facevano parte del portico antistante) e le pareti della cella in opus reticulatum.
Sostruzioni sul colle dell ‘Annunziata attualmente nascoste in parte dalla vegetazione, che attestano la presenza di un grande complesso monumentale (sul tipo del santuario di Palestrina)Le abitazioni civili
Nell ‘area dell ‘odierno Tribunale sono state ritrovate alcune domus romane con belle pavimentazioni a mosaico conservate nel Museo Archeologico Statale. La più importante di esse raffigura al centro una maschera bifronte.
In città restano due templi pagani, poi trasformati nelle chiese di S. Gregorio Magno e di S. Venanzio. S. Gregorio Magno era un tempio forse dedicato a Iside e conserva due colonne corinzie sulla facciata (facevano parte del portico antistante) e le pareti della cella in opus reticulatum.
Sostruzioni sul colle dell ‘Annunziata attualmente nascoste in parte dalla vegetazione, che attestano la presenza di un grande complesso monumentale (sul tipo del santuario di Palestrina)Le abitazioni civili
Nell ‘area dell ‘odierno Tribunale sono state ritrovate alcune domus romane con belle pavimentazioni a mosaico conservate nel Museo Archeologico Statale. La più importante di esse raffigura al centro una maschera bifronte.
Publio Ventidio Basso
Ventidio Basso, a cui è intitolato l’omonimo teatro, è stato un importante condottiero ascolano del l sec. a.C.. Portato a Roma da ragazzo come prigioniero della guerra sociale, fece dapprima un umile lavoro, fornitore di muli da trasporto per l’esercito, che gli permise però di inserirsi nell’ambiente militare e addirittura di diventare amico di Giulio Cesare. Divenne presto un valente generale, poi Senatore, Tribuno della Plebe e Pretore. Fu infine da Console che, nel 39 a.C., Ventidio riuscì a sconfiggere i Parti e la vittoria fu tale che l’anno dopo fu celebrato a Roma il suo trionfo.
Ventidio Basso, a cui è intitolato l’omonimo teatro, è stato un importante condottiero ascolano del l sec. a.C.. Portato a Roma da ragazzo come prigioniero della guerra sociale, fece dapprima un umile lavoro, fornitore di muli da trasporto per l’esercito, che gli permise però di inserirsi nell’ambiente militare e addirittura di diventare amico di Giulio Cesare. Divenne presto un valente generale, poi Senatore, Tribuno della Plebe e Pretore. Fu infine da Console che, nel 39 a.C., Ventidio riuscì a sconfiggere i Parti e la vittoria fu tale che l’anno dopo fu celebrato a Roma il suo trionfo.
Torri e chiese
Ascoli è detta la città delle ‘100 torri’ per via delle numerosi torri gentilizie che ancora oggi sono presenti nella città. Cospicuo anche il numero delle chiese, di valore storico architettonico, e testimonianza della lunga permanenza della città sotto lo Stato Pontificio.
La città di traventino
Il centro storico di Ascoli deve il suo aspetto così armonico e compatto al travertino che, fin dalle origini, è stato il materiale principale nella costruzione degli edifici di ogni genere. Dalle semplici abitazioni, ai palazzi del potere e a quelli signorili, alle chiese, alle pavimentazioni delle piazze, questa pietra per duemila anni e senza interruzione, pur con lo scorrere della storia e degli stili, ha costituito il tessuto urbano della città, rendendola così unica e particolare.
L’arte del travertino
Il travertino non è una pietra facile da lavorare, eppure gli artigiani e gli artisti di tutte le epoche hanno saputo trarne preziosissimi elementi decorativi. Soprattutto nel medioevo e nel rinascimento, i magistri de preta rappresentavano una realtà importantissima delle arti della città. La lunga tradizione del travertino continua ancora oggi nelle ormai rare botteghe artigiane e grazie alla scelta degli scultori locali, consapevoli dell’unicità della sua storia ed intenzionati a non lasciarla morire.
I dintorni
Parco Nazionale dei Sibillini
Dal 1993 i “monti azzurri” cari a Leopardi sono diventati parco nazionale. I Sibillini sono un gruppo calcareo con numerose cime sopra i 2000 metri: Vettore (il piÌÕ alto, m. 2476), Porche, Priora, Sibilla ed altri. A 1940 metri si trova il Lago di Pilato, l’unico lago glaciale degli Appennini, che ospita il Chirocefalo di Marchesoni, un minuscolo crostaceo unico al mondo.
Dal 1993 i “monti azzurri” cari a Leopardi sono diventati parco nazionale. I Sibillini sono un gruppo calcareo con numerose cime sopra i 2000 metri: Vettore (il piÌÕ alto, m. 2476), Porche, Priora, Sibilla ed altri. A 1940 metri si trova il Lago di Pilato, l’unico lago glaciale degli Appennini, che ospita il Chirocefalo di Marchesoni, un minuscolo crostaceo unico al mondo.
Il mito della Sibilla
Nel medioevo la cima della Sibilla con la grotta della “illustre profetessa” era tappa di viaggi esoterici, come quello del cavaliere francese Antoine de La Sale avvenuto nel 1420
Parco Nazionale Gran Sasso-Laga
I dolci declivi dei Monti della Laga con le vette culminanti nel Gorzano (m. 2458) e nel Pizzo di Sevo (m. 2419) contrastano con le profonde incisioni a valle provocate dall’intensa erosione delle ricche acque di superficie che, nelle estese e selvagge foreste di faggi, creano spettacolari cascate.
I dolci declivi dei Monti della Laga con le vette culminanti nel Gorzano (m. 2458) e nel Pizzo di Sevo (m. 2419) contrastano con le profonde incisioni a valle provocate dall’intensa erosione delle ricche acque di superficie che, nelle estese e selvagge foreste di faggi, creano spettacolari cascate.
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